sabato 18 ottobre 2008

Greco: «S’indaghi sulla discarica»

L’assessore regionale chiede un intervento della magistratura sulla vicenda di Terrate Terratelle «Terremo conto del parere contrario degli enti locali».

«INTERVENGA la magistratura sulla discarica di TerrateTerratelle». A chiederlo non è un ambientalista battagliero ma l’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, interpellato dal Quotidiano in relazione ad alcune strane coincidenze di cognomi e proprietà che si celano dietro l’indicazione del sito, ricompreso nel territorio comunale di Roccabernarda ma limitrofo al centro abitato di Cutro, nel piano regionale dei rifiuti, che in un’area gravata da vincoli Zps, Sic e Zvn prevede una discarica. Una delle obiezioni dei manifestanti contro la discarica, peraltro contenuta in un servizio apparso sul Quotidiano il 16 aprile scorso (è il caso di ricordarlo a chi ha la memoria corta), è che nell’ufficio del commissario, preposto all’elaborazione del piano regionale dei rifiuti, lavora Nicola Daniele, fratello dei proprietari dell’area Zps indicata per la discarica e soci della Danieco, che già hanno avuto bocciato dalla Regione un progetto per un impianto per rifiuti pericolosi. Analogo progetto, ma per rifiuti non pericolosi, è stato presentato da Enerambiente sullo stesso sito.
Insomma, assessore, un presunto conflitto d’interessi. Daniele è stato peraltro referente locale a Petilia Policastro del Pdm, il partito del governatore Loiero, di cui era vicepresidente provinciale. «Per la prima volta nella mia vita sento questi nomi. Sconoscevo tutto e sono pronto ad andare in Tribunale per dichiararlo. Ma se quello che lei dice è vero, intervenga la magistratura».
Assessore, non lo dice il giornalista. Ci sono le visure catastali. Coincidono cognomi e proprietà, sta scritto sul Quotidiano del 16 aprile, nessuna smentita. «Allora la magistratura dovrebbe fare una riflessione seria su questa vicenda, di cui non sono a conoscenza. C’è bisogno di giornalisti che facciano bene il loro mestiere, c’è bisogno di un’informazione corretta in Calabria, dove ci sono troppe zone d’ombra».
A Cutro il fronte del no è molto ampio, come dimostra anche l’exploit del comitato “Mi rifiuto” a Perfidia. «I problemi però non si risolvono urlando o lanciando invettive personali. Io sono arrivato per cercare di trovare soluzioni. Mi sono insediato l’11 agosto, il piano regionale dei rifiuti l’ha fatto il commissario in piena autonomia, mica l’ho fatto io».
Ma a rilasciare l’autorizzazione per l’incidenza ambientale dovrà essere la Regione. E alla conferenza di servizi del prossimo 23 ottobre con ogni probabilità sarà riproposto il no delle amministrazioni territoriali, già illustrato in vari ricorsi. «Quello che l’assessorato regionale farà è verificare con estrema chiarezza se vi siano requisiti formali per la protezione dell’ambiente e della salute umana. In quest’ottica il 22 sarò sul posto (come già anticipato dal Quotidiano, ndr) coi sindaci di Cutro e Roccabernarda, perché al di là delle carte voglio rendermi conto coi miei occhi. C’è, d’altra parte, un percorso intrapreso che ha bisogno del contributo dei sindaci e dei cittadini. L’obiettivo è non riempire di rifiuti la Calabria. Ma delle risorse messe in campo dalla Regione per la raccolta differenziata restano ancora 20 milioni di euro. Qualcosa non funziona».
Del no degli enti locali alla discarica terrete conto? «Non possiamo non tenerne conto. La natura della conferenza è di ragionare sulle cose, registrare le posizioni, non è che quel no non vale nulla. Un conto è il percorso amministrativo che segue la normativa in materia di Via e Aia, altro l’impegno di quest’assessorato a trovare soluzioni per le esigenze dei cittadini. Ma c’è anche l’esigenza di affrontare il problema. La logica “a me non interessa, la discarica fatela da un’altra parte” non va perché non tiene conto dei principi di solidarietà».
Ma come si fa a ubicare la discarica in un’area che la Regione individua come Zps? La stessa Regione è poi preposta a rilasciare l’Aia. «I funzionari delle varie commissioni avranno verificato questi aspetti. Attendo comunque la fine dell’iter per avere la possibilità di analizzare le carte nel dettaglio, in piena autonomia».

di Antonio Anastasi (tratto da Il Quotidiano N. 286)