venerdì 26 dicembre 2008

Proiezione Film " BIUTIFUL COUNTRI"



30 DICEMBRE 2008
SALA POLIVALENTE
CUTRO



Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina. Un educatore ambientale che lotta contro i crimini ambientali. Contadini che coltivano le terre inquinate per la vicinanza di discariche. Storie di denuncia e testimonianza del massacro di un territorio. Siamo in Italia, nella regione Campania dove sono presenti 1200 discariche abusive di rifiuti tossici. Sullo sfondo una camorra imprenditrice che usa camion e pale meccaniche al posto delle pistole. Una camorra dai colletti bianchi, imprenditoria deviata ed istituzioni colluse, raccontata da un magistrato che svela i meccanismi di un'attività violenta che sta provocando più morti, lente nel tempo, di qualsiasi altro fenomeno criminale.

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venerdì 14 novembre 2008

Interrogazione parlamentare su Terrate Terratelle

Ai Ministri dell’ambiente, tutela del territorio e del mare - Per sapere – premesso che:
- dopo oltre dieci anni dalla permanenza dell’emergenza ambientale, la Calabria continua a non essere dotata di adeguati depuratori, di una efficiente raccolta differenziata dei rifiuti, esiste un solo termovalorizzatore per la raccolta dei rifiuti dell’intera Regione, poche sono le discariche autorizzate: a fronte di ciò non è dato conoscere quale sia stata l’utilizzazione degli ingenti fondi, nazionali ed europei, inviati in tale settore;
- dal rapporto Ecomafia 2008 si rileva che i maggiori introiti delle ecomafie sono quelli provenienti dalla “Rifiuti Spa”, la holding del crimine che avvelena il territorio smaltendo illegalmente i rifiuti;
- il drammatico resoconto del prefetto Antonio Ruggiero, ex commissario delegato per l’emergenza ambientale nella Regione Calabria, fatto il 26 febbraio 2007 alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, descrive la pesantezza della situazione ambientale in quella Regione;
- il Governo regionale della Calabria ha fatto poco o nulla nel settore, ma si è affrettato a chiedere, e ad ottenere dall’attuale Governo nazionale, la proroga dell’emergenza ambientale in quella Regione;
- la Regione Calabria, nonostante la necessità emergenziale, aggravata dalla chiusura di numerose discariche pubbliche e dell’impianto privato per rifiuti pericolosi di Crotone, quest’ultimo a causa della legittima applicazione della normativa antimafia, non si è premurata di provvedere all’ampliamento possibile di alcune discariche pubbliche, tantomeno ad individuare siti idonei alla costruzione di discariche nuove;
- nell’ambito del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, pubblicato nel novembre 2007, la Regione Calabria ha previsto la realizzazione di una discarica in Località Terrate Terratelle, nel Comune di Roccabernarda (KR);
- nel febbraio 2007 la ditta Danieco s.r.l., con sede in Roccabernarda, ha richiesto la pronuncia di compatibilità ambientale (non ottenuta) per la realizzazione in Località Terrate Terratelle di una discarica per rifiuti pericolosi;
- nel febbraio 2008 la ditta Enerambiente S.p.a., con sede in Malcontenta (Ve), ha richiesto la pronuncia di compatibilità ambientale per la realizzazione, sempre in Località Terrate Terratelle, di una discarica per rifiuti urbani assimilati non pericolosi;
- da un articolo, pubblicato sul “Quotidiano della Calabria” il 17 ottobre 2008, si apprende che fogli di mappa e particelle dei due progetti (Danieco s.r.l. ed Enerambiente S.p.a.) coincidono, ma soprattutto che due soci della Danieco s.r.l. sono fratelli di un funzionario, Nicola Daniele, che lavora presso il Commissariato per l’emergenza ambientale della Calabria;
- nonostante le ripetute osservazioni dei limitrofi Comuni di Roccabernarda e di Cutro, nonché della Provincia di Crotone, in merito all’incompatibilità dettata da norme ed all’incompatibilità con i vincoli ambientali – tra le altre il divieto di realizzare nuove discariche in ZPS, come quella del “Marchesato e fiume Neto” nella quale ricadrebbe la discarica – il Nucleo di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in data 6 agosto 2008, ha espresso parere favorevole;
- in data 25 settembre 2008, il Dipartimento delle Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria ha preso atto del giudizio favorevole espresso dal VIA;
- a seguito di tale decisione i Comuni di Roccabernarda e di Cutro, i cittadini tutti ed i Comitati, appositamente costituiti, hanno assunto una giusta e decisa posizione contraria alla realizzazione di una discarica che, da progetto, dovrebbe avere un’estensione pari a 87.320 mq. Ed una capacità di abbanco pari a 910.000 mc., nonostante sia definita “discarica di servizio”;
- lo stesso Assessore regionale all’Ambiente, in una pubblica intervista ha chiesto l’intervento della Magistratura per far luce sull’intera vicenda;
- durante la Conferenza di Servizi, convocata il 23 ottobre 2008, nelle more della procedura per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), l’ingegnere rappresentante dell’Amministrazione Provinciale di Crotone, ha rilevato inquietanti discordanze con il progetto presentato in VIA, rispetto al quale sarebbero state inserite diverse tipologie di rifiuti pericolosi che non possono certamente fare parte delle tipologie di rifiuti non pericolosi assimilabili ai rifiuti urbani;
- ad avviso dell’interrogante, il tutto crea inquietanti perplessità circa la trasparenza del progetto in questione e l’intera gestione della questione da parte dei soggetti incaricati;
- anche l’ASP di Crotone ha prodotto parere negativo osservando che il sito individuato per la discarica è ubicato in un’area agricola all’interno della ZPS denominata “Marchesato e fiume Neto”, in un impluvio a monte dei pozzi di approviggionamento idrico ad uso potabile a servizio di diversi comuni e che confina con insediamenti produttivi agricoli di particolare pregio;
- ricordando che la recente operazione “ Black Mountains “ ha evidenziato il pericolo che le scorie della ex Pertusola di Crotone hanno portato all’intero territorio, l’interrogante sente il dovere di evidenziare che l’intera provincia, da anni, riceve i rifiuti da tutto il Nord della Calabria, in aperta violazione delle norme comunitarie e dello stesso Piano Regionale dei Rifiuti che prevedono l’apertura di discariche in ogni Ambito Territoriale Ottimale (ATO), ma che a tutt’oggi, non risultano aperte;
- la costruzione della discarica di Terrate Terratelle di Roccabernarda, aggraverebbe la già pesante situazione ambientale di quel territorio:
- se non ritenga necessario ed urgente monitorare gli ultimi interventi del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria;
- quali urgenti interventi intenda assumere per impedire la costruzione della discarica di Roccabernarda e per incitare la Regione Calabria ad attuare un Piano Regionale dei Rifiuti che possa evitare di portare quella Regione a situazioni ambientali assimilabili a quelli vissuti dalla Regione Campania.
On. Angela Napoli
Roma, 13 novembre 2008

martedì 4 novembre 2008

Comunicato stampa del Comitato Mi Rifiuto su conferenza di servizi del 3.11.2008

La battaglia del Comitato Mi Rifiuto comincia a dare i primi frutti. Ieri, grazie al parere negativo vincolante espresso in sede di Conferenza di Servizi dal Dirigente del Servizio di Tutela Ambiente dell’ASP di Crotone, si è scongiurata la realizzazione di una nuova discarica in loc. Terrate Terratelle, a ridosso del Comune di Cutro. Ringraziamo la dott.ssa Bilotta e tutti coloro che ieri si sono uniti al sit-in di protesta del Comitato Mi Rifiuto sotto la sede dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria. Ci avevano provato di nuovo, nonostante l’abnorme pressione ambientale che grava sulla provincia di Crotone. Dopo aver ospitato per anni, in località Columbra, a solo 5 km da Cutro, i rifiuti provenienti da ben 53 Comuni della Provincia di Cosenza - che, con i suoi 727.267 abitanti supera di ben 20.000 abitanti la somma degli abitanti delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia messi insieme - avrebbero voluto realizzare una nuova discarica nella nostra Provincia, a soli 3 km da Cutro. Vergogna. La notizia nuova è che, con Ordinanza del Commissario delegato all’emegenza ambientale della Calabria del 21 ottobre 2008, n° 7363, vengono riconosciute “compensazioni” per i Comuni sede di discariche mediante risparmio tariffario, assegnazione di beni o servizi collettivi e – aggiungiamo noi, soprattutto – RISARCIMENTO DANNI! Da questa Ordinanza inizieremo, ora, una battaglia per vedere riconosciuto al nostro territorio un ingente risarcimento danni per la “solidarietà” dimostrata in questi anni dalla Provincia di Crotone nei confronti della provincia di Cosenza, che, in aperta violazione delle norme regionali e comunitarie, non ha ancora aperto le sue discariche, e ha usato il nostro territorio a proprio uso e consumo. Da oggi dichiariamo chiusa la fase di “sudditanza” dei cittadini della Provincia di Crotone.

giovedì 23 ottobre 2008

SITO ALTERNATIVO A T.T

Proposta del Comitato: sito alternativo a Terrare Terratelle per la realizzazione della discarica

sabato 18 ottobre 2008

Greco: «S’indaghi sulla discarica»

L’assessore regionale chiede un intervento della magistratura sulla vicenda di Terrate Terratelle «Terremo conto del parere contrario degli enti locali».

«INTERVENGA la magistratura sulla discarica di TerrateTerratelle». A chiederlo non è un ambientalista battagliero ma l’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, interpellato dal Quotidiano in relazione ad alcune strane coincidenze di cognomi e proprietà che si celano dietro l’indicazione del sito, ricompreso nel territorio comunale di Roccabernarda ma limitrofo al centro abitato di Cutro, nel piano regionale dei rifiuti, che in un’area gravata da vincoli Zps, Sic e Zvn prevede una discarica. Una delle obiezioni dei manifestanti contro la discarica, peraltro contenuta in un servizio apparso sul Quotidiano il 16 aprile scorso (è il caso di ricordarlo a chi ha la memoria corta), è che nell’ufficio del commissario, preposto all’elaborazione del piano regionale dei rifiuti, lavora Nicola Daniele, fratello dei proprietari dell’area Zps indicata per la discarica e soci della Danieco, che già hanno avuto bocciato dalla Regione un progetto per un impianto per rifiuti pericolosi. Analogo progetto, ma per rifiuti non pericolosi, è stato presentato da Enerambiente sullo stesso sito.
Insomma, assessore, un presunto conflitto d’interessi. Daniele è stato peraltro referente locale a Petilia Policastro del Pdm, il partito del governatore Loiero, di cui era vicepresidente provinciale. «Per la prima volta nella mia vita sento questi nomi. Sconoscevo tutto e sono pronto ad andare in Tribunale per dichiararlo. Ma se quello che lei dice è vero, intervenga la magistratura».
Assessore, non lo dice il giornalista. Ci sono le visure catastali. Coincidono cognomi e proprietà, sta scritto sul Quotidiano del 16 aprile, nessuna smentita. «Allora la magistratura dovrebbe fare una riflessione seria su questa vicenda, di cui non sono a conoscenza. C’è bisogno di giornalisti che facciano bene il loro mestiere, c’è bisogno di un’informazione corretta in Calabria, dove ci sono troppe zone d’ombra».
A Cutro il fronte del no è molto ampio, come dimostra anche l’exploit del comitato “Mi rifiuto” a Perfidia. «I problemi però non si risolvono urlando o lanciando invettive personali. Io sono arrivato per cercare di trovare soluzioni. Mi sono insediato l’11 agosto, il piano regionale dei rifiuti l’ha fatto il commissario in piena autonomia, mica l’ho fatto io».
Ma a rilasciare l’autorizzazione per l’incidenza ambientale dovrà essere la Regione. E alla conferenza di servizi del prossimo 23 ottobre con ogni probabilità sarà riproposto il no delle amministrazioni territoriali, già illustrato in vari ricorsi. «Quello che l’assessorato regionale farà è verificare con estrema chiarezza se vi siano requisiti formali per la protezione dell’ambiente e della salute umana. In quest’ottica il 22 sarò sul posto (come già anticipato dal Quotidiano, ndr) coi sindaci di Cutro e Roccabernarda, perché al di là delle carte voglio rendermi conto coi miei occhi. C’è, d’altra parte, un percorso intrapreso che ha bisogno del contributo dei sindaci e dei cittadini. L’obiettivo è non riempire di rifiuti la Calabria. Ma delle risorse messe in campo dalla Regione per la raccolta differenziata restano ancora 20 milioni di euro. Qualcosa non funziona».
Del no degli enti locali alla discarica terrete conto? «Non possiamo non tenerne conto. La natura della conferenza è di ragionare sulle cose, registrare le posizioni, non è che quel no non vale nulla. Un conto è il percorso amministrativo che segue la normativa in materia di Via e Aia, altro l’impegno di quest’assessorato a trovare soluzioni per le esigenze dei cittadini. Ma c’è anche l’esigenza di affrontare il problema. La logica “a me non interessa, la discarica fatela da un’altra parte” non va perché non tiene conto dei principi di solidarietà».
Ma come si fa a ubicare la discarica in un’area che la Regione individua come Zps? La stessa Regione è poi preposta a rilasciare l’Aia. «I funzionari delle varie commissioni avranno verificato questi aspetti. Attendo comunque la fine dell’iter per avere la possibilità di analizzare le carte nel dettaglio, in piena autonomia».

di Antonio Anastasi (tratto da Il Quotidiano N. 286)

mercoledì 15 ottobre 2008

INVITO ALLA TRASMISSIONE "PERFIDIA"

Il Comitato Mi Rifiuto è stato ufficialmente invitato alla trasmissione televisiva Perfidia dell'emittente Telespazio TV.
Mercoledi' 15, alle ore 20:00 incontro in P.zza Giò Leonardo di Bona per partire in massa alla volta degli studi televisivi di Viale De Filippis, Catanzaro.

Partecipiamo numerosi.

martedì 14 ottobre 2008

CUTRO CORO DI NO: RIFIUTIAMO LA DISCARICA

CUTRO - In genere la sala polivalente di Cutro viene addobbata di manifesti, bandiere, cartelloni. Domenica pomeriggio, invece, a guarnire la sala c’erano sacchi di spazzatura e bambini vestiti con le buste nere dei rifiuti, per un’iniziativa che ha messo di fronte i rappresentanti delle istituzioni, le forze politiche, le associazioni, i cittadini. Tutti insieme per dire no alla discarica di Terrate Terratelle.
La coscienza cittadina e sociale si è risvegliata, vista la partecipazione all’iniziativa, e a stuzzicarla è stata l’idea di qualche giovane che ha messo in piedi un comitato, “Mi rifiuto”, mi rifiuto di accettare un’altra discarica nel crotonese, mi rifiuto di acconsentire ad un’altra discarica a pochi chilometri da Cutro.
Il comitato promotore è formato da Giuseppe Gallella, Domenico Colosimo, Francesco Barozzi, Vincenzo Belvedere, Rossella Brugnano e Maria Elena Iembo. Ma le adesioni sono aperte a tutti i cittadini che vogliono dire no alla discarica.
Il dibattito, moderato da Francesco Barozzi, è stato aperto dal presidente del comitato Giuseppe Gallella, che ha presentato il blog (comitatomirifiuto.blogspot.com) di un comitato che è – ha detto – “un soggetto di difesa di tutti i cittadini per ottenere i buoni servizi al di fuori di sistemi speculativi o propagandistici, formato liberamente da cittadini al di fuori dalle logiche di appartenenza politica” ma anche “un organismo di pressione e di controllo affinché le scelte vitali della comunità siano condivise”.
La relazione è stata esposta da Domenico Colosimo, che si è subito tirato fuori dalla politica chiarendo che “per dare forza alla nostra battaglia diciamo pubblicamente che nessun membro del comitato si candiderà alle prossime elezioni provinciali”. Parte dallo scandalo dei rifiuti tossici, parla dei ritardi nelle indagini in Procura che “già dal ’99 aveva individuato le responsabilità”.
Cita la Repubblica e il risalto nazionale dato alla gestione delle discariche nel crotonese, suscitando “lo sdegno del resto d’Italia di sapere che in questo territorio sono il malaffare e la criminalità a fare Stato”. Pone l’accento sul segreto di Stato, istituito cinque mesi fa su informazioni, notizie, documenti e anche luoghi inerenti lo smaltimento dei rifiuti tossici.
Ma le critiche sono rivolte per tre quarti alla gestione commissariale dell’emergenza ambientale in Calabria. Colosimo cita gli sperperi denunciati dal Corriere e il prefetto che, a suo dire, “ha inchiodato tutti gli attori principali alle loro responsabilità”, tra le quali figura anche quella di “non aver fatto decollare la raccolta differenziata”.
Il sindaco di Roccabernarda, Vincenzo Pugliese, ha sottolineato che, pur ricadendo il sito nel suo territorio, il centro cittadino si trova ben più distante da Terrate Terratelle rispetto a Cutro, San Mauro, Petilia, Mesoraca, e perfino Marcedusa e Botricello. “Ma – ha ribadito – portiamo avanti questa battaglia perché il nostro territorio va difeso e non vogliamo sentire parlare di vantaggi economici”.
Per il sindaco di Cutro, Salvatore Migale, la discarica danneggia quella “economia reale” fondata sul turismo e la filiera del pane. Ha citato il decreto legislativo 152/06 secondo il quale il piano regionale dei rifiuti va approvato “sentiti i sindaci”: “Non ci hanno mai sentiti – ha incalzato – anzi, dopo il primo incontro, non ci hanno più invitati perché hanno capito che il nostro no era categorico”.
Per Migale è grave che la discarica nasca “dall’esigenza di un privato che opera all’interno dell’ufficio del commissario e che ha messo a disposizione il suo terreno”, invita la Provincia a trasformare il suo parere non favorevole in negativo assoluto e aggiunge: “Chiederemo un incontro a Loiero, non mi vorranno far credere che il commissario opera autonomamente dal presidente della Regione. Questa battaglia – ha detto con toni infervorati – noi la vinceremo”.
Secondo l’assessore provinciale all’ambiente, Claudio Liotti, “la Provincia non ha bisogno di esprimersi ulteriormente perché ha detto no a Terrate Terratelle in due consigli provinciali, ma la verità – ha aggiunto – è che la discarica può passare anche col nostro dissenso perché la funzione commissariale si sostituisce a tutte le funzioni istituzionali. Noi – ha precisato – non diciamo no alle discariche, diciamo no ai siti non idonei”.
Il capogruppo consiliare del Partito democratico, Antonio Della Rovere, ha ribadito la contrarietà del partito a quel sito, sostenendo che “Cutro ha bisogno di movimenti di coscienza libera come questo comitato”. Ha fatto appello al commissario di tenere in considerazione la legge regionale che pone il divieto di aprire nuove discariche nel crotonese e il fattore turismo, perché “il mare di Cutro è il mare di tutto il Marchesato”, rilanciando l’istituzione di un tavolo permanente con istituzioni, partiti, comitato, cittadini.
Francesco Zurlo, dei Verdi di Crotone, ha invitato a “trovare altre soluzioni in breve tempo”. L’assessore comunale all’ambiente Carletto Squillace ha annunciato che, col supporto del Wwf, inoltrerà un ricorso alla Commissione europea contro la Regione Calabria perché “è inadempiente rispetto alle prescrizioni sui siti di interesse comunitario. Non dobbiamo cedere a questi ricatti – ha detto – perché altrimenti ci porteranno una discarica, un termovalorizzatore ed anche le centrali nucleari della signora Marcegaglia”.
Giuseppe Condello ha sostenuto che ormai in Italia “si privatizzano i benefici e si socializzano i costi”, ritenendo che Crotone venga gestita come una “colonia”. Il consigliere provinciale di An, Giuseppe Frandina, ha espresso solidarietà alla battaglia criticando quella classe dirigente che è “responsabile del mancato sviluppo del territorio”.
Alessandro Giordano, presidente degli ‘Amici del Neto’, ha sostenuto la necessità di “arrivare a un piano provinciale di rifiuti dove l’allocazione delle discariche venga decisa insieme dalla democrazia e dalla scienza”.
Antonio Chiellino, del coordinamento del Pd di Cutro, ha detto: “Era opportuno che la battaglia, iniziata quando io diedi a Squillace copia del Burc con la richiesta della società Danieco, fosse condotta in maniera sinergica fin dall’inizio e in un tempo che ancora non era drastico come oggi”. Ha proposto l’istituzione di un tavolo col coinvolgimento del sindaco di Cerenzia, che aveva offerto la disponibilità di un sito nel proprio territorio comunale.
Il consigliere provinciale del Pd Pasqualino Le Rose si è detto d’accordo a fare “fronte comune” contro il rischio di un “colpo netto per lo sviluppo agricolo e turistico”. Ferdinando Muto, esponente di Forza Italia, ha criticato l’Amministrazione comunale, “fortemente assente, tranne qualche atto, per un anno e mezzo: si sta impegnando – ha detto – di fronte al fatto compiuto”, invitando anche l’assessore regionale Sulla ad intervenire per il no.
Salvatore Fiorino ha raccontato di aver perso la mamma per un tumore e di non volere altri rifiuti. Per l’assessore comunale Domenico Sestito, su questo territorio “si realizzano sempre i disegni che altrove non trovano spazio”.
Il consigliere comunale di An Tommaso Arabia ha precisato che il suo no è a Terratelle, non a tutte le discariche, e ha invitato a puntare i riflettori sulla Regione: “L’assenza di ogni consigliere regionale è un segnale”.
Mario Migliarese, docente del Polo di Cutro, ha portato la solidarietà del vescovo e ha parlato di “emergenza etica” come vero male che “inquina il nostro territorio”. A margine c’è stato anche l’intervento di Arturo Balduino, dei Comunisti italiani, che si associa alla battaglia “per respingere questo attacco grave al sistema eco-ambientale”, auspicando il coinvolgimento degli altri comuni della provincia.

di Gaetano Liperoti (tratto da Il Crotonese n°81)

DICIAMO NO IN TUTTI I MODI

Abbiamo dimostrato di non volere la discarica T T (Terrate Terratelle) ricorrendo anche a particolari tecniche di comunicazione quali la Performance Art.
La Performance art è una forma artistica dove l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo particolare e in un momento particolare costituiscono l'opera. Il termine viene normalmente riservato per un tipo di arte concettuale che nasce dalle arti visuali. Per arte concettuale s’intende un’espressione artistica in cui le idee espresse sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa.

Il concetto è l'aspetto più importante dell'opera: che sensazione avete avuto vedendo ragazzi, ma soprattutto bambini, trasformarsi in rifiuti all’interno di grandi sacchi neri?
Il nostro non è stato assolutamente un modo per “strumentalizzare” l’innocenza dei bambini, ma per incidere sulle coscienze degli adulti, di quegli adulti che i bambini li vogliono inquinare.

CI VERGOGNIAMO SOLO ALL’IDEA CHE UN DOMANI I NOSTRI FIGLI POSSANO CHIEDERCI CONTO DI QUELLO CHE ABBIAMO FATTO MENTRE STAVA ACCADENDO TUTTO QUESTO. EBBENE, AI NOSTRI FIGLI VOGLIAMO DIRE: “NOI CI SIAMO BATTUTI CON TUTTE LE NOSTRE FORZE”.

giovedì 9 ottobre 2008

IL QUOTIDIANO - 9 OTTOBRE 2008 -

CUTRO - "Che fine ha fatto l’interrogazione parlamentare sulla discarica di Terrate Terratelle presentata, nella scorsa legislatura, dal deputato verde Arnold Cassola?".
E’ soltanto uno degli interrogativi senza risposta lanciati da Domenico Colosimo, portavoce del comitato “Mi rifiuto”, che domenica prossima chiamerà alla mobilitazione la città contro il previsto insediamento per il trattamento di rifiuti urbani assimilati non pericolosi in una zona protetta da vincoli paesaggistici (Zps e Sic), nelle vicinanze del fiume Tacina e a tre chilometri dal nucleo abitato di Cutro.Il riferimento è all’interpellanza presentata nel dicembre scorso. Ma non c’è solo questo. "Se arriverà la comunicazione dell’inizio dei lavori al Comune di Roccabernarda – annuncia Colosimo – stabiliremo un percorso di lotta. Vogliamo che la gente scenda in piazza. Ma Stiamo valutando anche se ci sono profili penali per un’eventuale denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone".Promette battaglia dura, il comitato, che per le 16,30 di domenica prossima ha organizzato, alla sala polivalente, un incontro pubblico. Ma il “no” non è soltanto al sito di Terrate. "Non si è mai riflettuto abbastanza – dice Colosimo – sul fatto che la discarica di Columbra si trova a cinque chilometri da Cutro. Adesso ne vogliono fare un’altra a tre chilometri. Il nostro comitato non è contrario alla discarica e basta. Se il gioco è farla da un’altra parte non ci va bene comunque. Nel Crotonese no. Ci sarà un altro sito nella Calabria nord che sia disponibile a prendersi i rifiuti della provincia di Cosenza, senza parlare dei tir esteri che continuano ad arrivare da noi".Colosimo è un fiume in piena. Mentre parla esibisce atti della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. Li ha stampati, perché da ieri - "un fatto inquietante", osserva – non è più possibile scaricarli dal link del parlamento. "Che fine hanno fatto – si chiede – le denuncie di prefetti che sostenevano che l’emergenza ambientale è stata creata ad hoc per consentire ad alcune imprese di lavorare indisturbate nel settore rifiuti? Le denunce sulle pressioni trasversali e le infiltrazioni mafiose? Il nostro territorio da anno è stato utilizzato a questo scopo e poi ci vengono a parlare di turismo. Discariche e turismo sono incompatibili. C’è solo da sperare che i tour operator russi giunti nei giorni scorsi nel Crotonese non abbiano letto i giornali locali".

di Antonio Anastasi

mercoledì 8 ottobre 2008

COMUNICATO STAMPA


Si comunica che giorno 12 ottobre 2008 alle ore 16.30 presso la Sala Polivalente di Cutro, si terrà un’assemblea pubblica sull’emergenza rifiuti per informare i cittadini “sul traffico di rifiuti tossici nella Provincia di Crotone e la scelta di della località Terrate Terratelle quale sito per una nuova discarica a solo 3 km. da Cutro”. L’iniziativa è volta a sostenere la nascita di un “Comitato Cittadino per l’Emergenza Ambientale”. L’assemblea sarà aperta a tutti coloro che vorranno intervenire sul tema.
il Comitato “Mi Rifiuto”

NO AD UN'ALTRA DISCARICA

PERCHE’ DICIAMO
“NO AD UN’ALTRA DISCARICA
NELLA PROVINCIA DI CROTONE”

Domenica 12 ottobre, alle ore 16,30, presso la Sala polivalente di Cutro, si terrà un’assemblea pubblica sul drammatico tema del traffico di rifiuti tossici nella provincia di Crotone, tristemente balzato sulle prime pagine dei principali organi di informazione a livello nazionale.
Di sicuro, la notizia dell’utilizzo di sostanze tossiche per l’edificazione di opere pubbliche ed addirittura di istituti scolastici è raccapricciante, senza bisogno di ulteriori commenti.
Ma la notizia squarcia un velo di ipocrisie e di connivenze che ci fa scoprire nuovi e più inquietanti scenari. Vi chiederete: cosa può esserci di più inquietante dello scoprire che povere creature inermi vivono a contatto di sostanze tossiche? Davvero può esserci qualcosa di più grave ?
Ebbene si. La realtà, in questa provincia, si scopre più sconcertante dell’incubo.
Si apprende, infatti, non solo che la notizia sui rifiuti tossici era già apparsa sugli organi di informazione da anni ed era già quindi di dominio pubblico; ma si scopre, inoltre, che il fatto era già oggetto di una indagine della Procura di Crotone fin dal lontano 1999.
Le indagini avevano già acclarato le responsabilità in capo ai soggetti che avevano commesso tali reati, senza, tuttavia, sfociare in atti concreti, se non a distanza di nove lunghissimi ed interminabili anni.
Ciò presuppone un’inestricabile groviglio di connivenze che hanno permesso e tutt’ora permettono ai responsabili di tali nefandezze di agire indisturbati, e soprattutto di fare in modo che non vengano accesi i riflettori su una storia che puzza.
L’attenzione, in questi giorni, sembra circoscritta all’emergenza delle scuole. Ma non dovrebbe essere cosi. Perché i siti in cui giacciono sostanze tossiche sono molti di più. Del resto, basta riflettere sul fatto che si parla di opere pubbliche!
Quel che è grave e molto più sconcertante è che dai dati in possesso delle autorità, il rischio vero è costituito dal ritrovamento di sostanze inquinanti nella catena alimentare. Nei cibi e negli alimenti.
Il problema vero è costituito da quella fabbrica di tumori con vista mare che si chiama Pertusola, che da anni attira su di se le brame di gente senza scrupoli, che, a costo mettere le mani su di un affare da milioni e milioni di euro scende a patti col demonio in persona.
Non a caso, dunque, oggi vi è chi chiede di mettere subito mano alla bonifica di Pertusola.
Giusto. Solo che il problema è mal posto. La domanda spontanea è: con quali garanzie per i cittadini, visto quello che sta venendo fuori?
Nei quotidiani si legge addirittura che Syndial (ovvero “Eni”) è disposta a fare la bonifica. Syndial? Ma come…quelli che hanno causato il disastro –e cioè l’Eni - dovrebbero essere oggi i garanti dei cittadini? Davvero siamo caduti cosi in basso?
Prima deve essere fatta chiarezza sull’intera vicenda. Solo cosi potremo evitare di consegnare nelle mani sbagliate un affare che, se mal gestito, potrebbe causare danni irrimediabili.
La chiarezza. Appunto. Bisogna porsi delle domande, e tentare di giungere ad una conclusione.
Chi è che gestisce, da anni, e senza nessun controllo, le sorti delle scorie tossiche di Pertusola?
Risposta. Il Commissariato per (la cosiddetta) emergenza ambientale della Calabria.
Istituito nel 1997 dalla Presidenza del Consiglio per far fronte all’incapacità delle amministrazioni locali di dotarsi di un efficiente piano organico sui rifiuti, tale organo si è nel corso del tempo sostituito agli organi regionali nell’attività di gestione dell’affaire rifiuti, e, lungi dal porre fine all’emergenza, ha contribuito alla depredazione del territorio ad opera di consorterie criminali che travalicano i confini di quella che classicamente definiamo “mafia”.
Queste non sono parole dette a caso; al contrario costituiscono il sunto di indagini compiute dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ed i reati ad esso connessi; delle relazioni della Corte dei Conti e dell’Authority Antitrust; nonché delle varie indagini sparse in diverse Procure sull’attività di smistamento dei rifiuti in Calabria
Per comprenderci, si tratta dello stesso ente ( il Commissariato per l’emergenza) che ha imposto che nella discarica privata di Columbra - la più grande della Calabria, ed a soli 5 km da Cutro - confluissero i rifiuti di tutta la Calabria nord, in spregio di tutte la norme nazionali e comunitarie che impongono una gestione “economicistica “dei rifiuti, ovvero impongono di far in modo che i rifiuti vengano gestiti direttamente dai comuni, in ambiti ristretti; e che prevedono, inoltre, l’utilizzo delle discariche “solo in via residuale.
Sul tema vi sono documenti pubblici agghiaccianti che dimostrano la totale inaffidabilità della gestione commissariale, nella quale, è giusto ricordarlo, si sono succeduti 4 Presidenti della nostra regione e 4 Prefetti.
Si tratta dello stesso ente che oggi dispone l’apertura di una nuova discarica in località Terrate-Terratelle, a soli 3 km da Cutro, a ridosso dei pozzi di approvvigionamento idrico del nostro Comune, per giunta in una “ZPS” ed a poche centinaia di metri dal fiume Tacina.
Vi chiedo: ci rendiamo conto che ci hanno preso per l’immondezzaio d’Italia o continuiamo ancora a trastullarci sulla bontà o meno dell’azione di questo o quel politico?

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Altra vicenda allarmante è la questione della mancata istituzione di un ente che monitorasse la patologie tumorali della zona. Sarebbe stato l’unico strumento in grado di darci la proporzione di ciò che sta accadendo. E non è un caso che non sia mai stato all’ordine del giorno della politica sanitaria del territorio.
Purtroppo, anche l’azione delle autorità di controllo, non lascia presagire niente di buono, se, come sta venendo fuori dalle inchieste, scopriamo che, sovente, le carte che dovevano stabilire la tossicità o meno di un rifiuto venivano taroccate ad arte dagli uffici delle ASL.

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E’ nostra profonda convinzione che la scelta di questi luoghi – leggi Cutro – quali “zone discarica” non sia dovuta al caso… ma piuttosto al fatto che, a differenza di altre zone, qui la popolazione rimane sempre ai margini…senza reagire, anche di fronte alle più impensabili nefandezze. In fondo, secondo chi compie queste scelte scellerate, questa è la “terra di nessuno”…

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E’ per questo che vi invito a partecipare all’assemblea di domenica: da un lato, per appoggiare le amministrazioni comunali di Cutro e di Roccabernarda che si stanno battendo per impedire la realizzazione della discarica; dall’altra per dimostrare - a chi pensa il contrario - che in questa martoriata terra esistono ancora persone che seguono la propria coscienza e non sono disposte a vendere la loro dignità.
La provincia di Crotone, e soprattutto Cutro, hanno già dato. Ed è ora che i cittadini, di ogni colore, facciano sentire la propria voce su di un tema che rischia di mettere in serio pericolo il futuro delle nostre popolazioni.

I promotori del Comitato “MI RIFIUTO”